Formazione unità cinofile del 13 luglio 2012 di Gianni Vaudo

NOTE SULL’INCONTRO/FORMAZIONE CON GRUPPO UST – UNITÀ  CINOFILE DEL 13 LUGLIO 2012

L’incontro è avvenuto presso il Centro Visite della Riserva di Canale Monterano-Mentana di Roma, nell’ambito di un progetto formativo promosso e coordinato da Maurizio Teofili,  anch’egli presente. Si è trattato di due ore piene di scambio, conoscenza e interazione con 9 persone di età compresa tra 19 e 41 anni, ma in prevalenza trentenni, aspiranti a divenire parte attiva delle unità di ricerca cinofile dell’Italia Centrale (Lazio e Abruzzo).

Per dare il via al confronto si è iniziato con un giro di autopresentazione con elementi facoltativi anche della sfera personale, procedendo sulla percezione dell’importanza di ciò che si propongono di fare – ricerca e salvataggio persone. Molto rilevante la soddisfazione di essere causa di benessere negli altri per la maggioranza, ma anche una sensibile propensione per il mondo animale e per il rapporto più profondo che consente questo tipo di attività. Stimolati a riflettere sul possibile ruolo della psicologia e degli psicologi nel loro contesto di riferimento, è emersa la necessità di una maggiore comprensione di vissuti ed emozioni, utile per sé stessi e per una migliore relazione con le persone da soccorrere; si è parlato di empatia e contenimento, del proprio mondo interno, e di quello di altri. Interessante anche la richiesta di elementi di “profiling” della persona da trovare, con la sottostante implicita richiesta di un uso intelligente e valorizzante del loro intervento, non di rado utilizzato in chiave di  rassicurazione per i parenti del ricercato, e senza una corretta consultazione preventiva.

Tra i temi di maggiore rilievo, toccato in modo tangenziale, quello della propria attività che tende alla vita, e il frequente, doloroso confronto con la morte; a fronte di ciò le reazioni non sono apparse uniformi, e se per alcuni il pensiero di aver consentito il ritrovamento di un corpo e l’avvio di un processo di lutto adeguato sembra essere sufficientemente consolatorio e appagante rispetto alla propria funzione, per altri il limite invalicabile costituisce una frustrazione che rimane persistente e pesante. Parlare insieme a “schema libero” su temi di fondo così importanti, ha consentito di avviare una conoscenza reciproca diversa da quella consueta, dove l’elemento personale, per quanto più intuito che esplicitato, arricchisce significativamente le loro relazioni; di questo è emersa una certa consapevolezza, con conseguente apprezzamento di quel tempo trascorso insieme.

Roma, 17 luglio 2012

Giovanni Vaudo

Psicologi per i Popoli – Lazio